…”Subito dietro aveva scorto l’Adelina, una brunitrice che cenava al loro stesso ristorante, che lo seguiva a cinque o sei passi di distanza, le braccia ciondoloni come se gli avesse appena lasciato il braccio per non passare insieme sotto la luce violenta delle lampade all’ingresso.”… (Cap I,pag 17).
…”Ma l’attrattiva speciale della casa era, in fondo, dietro uno sbarramento di quercia, in un cortile con vetrata, il distillatore, che gli avventori vedevano in funzione: alambicchi dai lunghi colli, serpentine che scendevano sottoterra, una cucina diabolica, dinnanzi alla quale andavano a fantasticare gli operai ubriachi.”… (Cap II pag 47)
…”Ma l’attrattiva speciale della casa era, in fondo, dietro uno sbarramento di quercia, in un cortile con vetrata, il distillatore, che gli avventori vedevano in funzione: alambicchi dai lunghi colli, serpentine che scendevano sottoterra, una cucina diabolica, dinnanzi alla quale andavano a fantasticare gli operai ubriachi.”… (Cap II pag 47)
NOTA: l' alambicco, viene descritto come mostro per tre volte nel romanzo( Cap II, VIII, X)
…”Nel primo scompartimento c’era un letto spinto in un cantuccio, proprio sotto la spiovenza del soffitto inclinato; una stufa di ghisa ancora tiepida dal desinare, due seggiole, una tavola e un armadio, cui si era dovuto segar la cornice, perché potesse stare tra il letto e l’uscio.”… (Cap II, pag 69).
…”Di là sarebbero andati a farsi venir fame nella spianata
di Saint-Denis; avrebbero preso la ferrovia, e sarebbero poi tornati a piedi
per la via maestra.”… (Cap III, pag 80)
…”Si faceva buio. Tre becchi a gas illuminavano la sala, le
fiammelle oscillanti in mezzo al fumo delle pipe.”… (Cap III, pag 103).
…”al pian terreno c’era un noleggiatore di vetture che
occupava le rimesse in un vasto cortile lungo la strada.”… (Cap IV, pag 112).
…”Siccome il caminetto consumava fino a quindici soldi di
carbone al giorno, lo avevano chiuso: una stufetta di ghisa, posta su una
lastra di marmo, li riscaldava nei giorni di gran freddo per sette soldi.”… (Cap IV, pag 113).
…”Sopra il cassettone, le fotografie della famiglia erano
disposte su due file, a destra e a sinistra di un’acquasantiera di porcellana
dorata nella quale tenevano i fiammiferi.”… (Cap IV, pag 113).
…”Sotto la campana, dietro l’orologio, teneva nascosto il
libretto della Cassa. E spesso, quando pensava alla sua bottega, indugiava lì,
davanti al quadrante, a guardar fisso il movimento delle lancette, con l’aria
di aspettare un momento speciale e solenne per decidersi.”… (Cap IV, pag 124).
…” …”Io, due giorni dopo, una mattina andai là, per far
colazione con loro; una bella corsa in autobus,
ve lo assicuro!”…”…(Cap VI, pag 200).
…”Appena imboccava la strada si sentiva, si sentiva leggera,
allegra, come se facesse una scampagnata, in mezzo a quei terreni incolti,
fiancheggiati da officine grigiastre; la carreggiata nera di carbone, i
pennacchi di fumo sui tetti la divertivano come un viottolo muschioso di un
bosco dei dintorni, che si inoltrasse fra verdi macchie d’arbusti: le piaceva
quell’orizzonte scialbo, striato dalle alte ciminiere delle fabbriche, l’altura
di Montmartre, che ostruiva il cielo con le sue case di gesso forate da buchi
regolari delle finestre.”… (Cap VI. pag 206).
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