L'eroina è Gervaise Macquart, provenzale originaria di
Plassans, che ha seguito il suo amante, il cappellaio Auguste Lantier a
Parigi con i suoi due figli Claude ed Étienne. Ben presto, Lantier, pigro ed
infedele, abbandona Gervaise, non sopportando di vivere nella miseria.
La giovane donna diventa lavandaia ed accetta di sposare Coupeau, uno stagnaro
che non ama realmente ma al quale finisce per cedere sia per stanchezza che per
debolezza. Avranno una figlia, Nana, eroina di un altro romanzo del
Rougon-Macquart.
Gervaise
grazie al suo vicino Goujet, un maniscalco innamorato di lei ma che non osa
rivelarle il suo amore, compera una lavanderia che gli permette molto
rapidamente di acquisire una certa libertà nonostante il fatto che Coupeau,
caduto da un tetto dove lavorava, sia ormai per essa un carico più che una
fonte di redditi.
La
situazione si deteriora sempre più con il ritorno di Lantier, che
Coupeau accetta di alloggiare sotto il suo tetto e che ridiventa l’amante di
Gervaise. Coupeau, sobrio prima dell’incidente, beve sempre più, e Gervaise
finisce a sua volta per sprofondare nell'alcolismo. Contrae debiti che
gli procurano grane giudiziarie. Di confisca in confisca, Gervaise perde il suo
commercio e finisce in miseria. Dopo avere visto morire Coupeau, finisce sulla strada dove tenta anche di prostituirsi prima di morire
di stenti in una nicchia situata sotto la scala principale dello
stabile in Rue de la Goutte-d’Or. Così, dopo avere gustato la speranza
di una vita felice e prospera, Gervaise cade nel vizio, nel fango, che sigilla
in modo crudo e freddo questo romanzo, esemplare perfetto di letteratura
naturalista.
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